"Il miglior modo per prevedere il futuro è costruirlo" diceva John Scully quando era presidente di Apple negli anni 80; purtroppo questa affermazione, per quanto lodevole per la sua spinta creativa, non sempre può essere d'aiuto, soprattutto quando si tratta di prevedere l'andamento globale dell'economia e dei mercati. Sicuramente più praticabile è la strada consigliata da Confucio: "Studia il passato se vuoi prevedere il futuro" ma in questo caso vale anche l'ammonimento "Il problema ai nostri tempi è che il futuro non è come è sempre stato" (Paul Valery).
Come sarà il 2004 per i mercati finanziari? Alla domanda in questo periodo tutti i giornali cercano di rispondere con almeno uno scenario formulato da esperti del settore; in quasi tutti i casi si parte dalle variabili macroeconomiche (crescita del PIL, tassi di interesse, andamento dei cambi) per scendere più nel dettaglio a quello che interessa veramente ai lettori (come andranno le borse, in quali settori/mercati converrà investire).
L'approccio è metodologicamente corretto: si parte dal quadro d'insieme, ossia l'economia nel suo complesso, e si cerca di derivarne le implicazioni per i singoli mercati tra i quali trovano posto anche quello azionario, obbligazionario, delle materie prime ecc. Una costante di questo tipo di previsioni è che all'aumentare del grado di dettaglio, ossia nel passaggio dal quadro macro a quello micro, aumenta anche il livello di approssimazione delle previsioni: prevedere la crescita del PIL è molto più facile di un'analoga previsione sull'andamento del mercato azionario del medesimo paese; da questo punto di vista le previsioni legate alla macroeconomia sono meno rischiose visto che al suo interno possono controbilanciarsi andamenti opposti imprevisti.
Non a caso per i mercati azionari si ottengono quelle che, più che previsioni, possono essere ritenute stime di consensus di lungo periodo, così per il 2004 scopriamo che i mercati potranno salire dell'8-10% che è il tasso di crescita medio che si è avuto negli ultimi 50 anni per le borse nei paesi industrializzati (rendimento che, essendo il risultato di una media, non si è quasi mai verificato puntualmente in un singolo anno ma è il risultato di anni migliori e altri peggiori). Il modo migliore per leggere queste previsioni è quindi: "ci sono le condizioni perché il mercato aumenti nella media".
Ma guardando alla storia recente dei mercati azionari possiamo dire che questi ultimi sono stati guidati solo dai fondamentali? Da un rapido esame degli ultimi 3 anni è possibile affermare che la congiuntura abbia avuto un suo peso ma anche: lo sgonfiamento della bolla speculativa, gli attentati dell'11 settembre, gli scandali finanziari in America (Enron, Worldcom), la crisi in Argentina, la guerra in Iraq.
E' ovvio che non si può ignorare la crescita economica: una solida crescita dell'economia è alla base per una sana e forte crescita dei mercati azionari ed è possibile dimostrare che i paesi ad elevata crescita del PIL sono anche quelli con le migliori performance azionarie nel lungo periodo, ma nell'andamento di un singolo anno assumono peso rilevante anche gli eventi contingenti mentre le variabili macroeconomiche tendono a rimanere sullo sfondo.
Nella costruzione del nostro global outlook per il 2004 presenteremo quindi gli elementi che incidono o potranno incidere maggiormente dal punto di vista dell'economia e della finanza dando però spazio anche a quelli che potranno essere eventi di discontinuità e cambiamento con il passato. Alcuni potranno essere ritenuti meno probabili di altri, a tal proposito abbiamo identificato 3 categorie di variabili:
- certezze: ossia eventi che si verificheranno sicuramente sia perché già previsti dal calendario o perché determinati da una scadenza periodica;
- tendenze: macro andamenti presenti nell'economia globale e tuttora in corso che non è detto proseguano anche nell'anno futuro;
- scommesse: eventi ince rti che potrebbero verificarsi nel corso del prossimo anno contribuendo a influenzare l'andamento dei mercati;
Nella prima categoria (certezze) vanno inclusi:
- 2004 anno elettorale negli USA: le elezioni presidenziali portano le istituzioni a favorire la crescita economica e l'assenza di tensioni sui mercati, è lecito quindi attendersi un ambiente favorevole ai mercati azionari fino all'autunno, poi è probabile si torni a ragionare sui deficit da risanare con un qualche tipo di stretta fiscale;
- 2004 anno bisestile: per quanto possa sembrare banale un giorno in più nel calendario significa la certezza di qualche decimale in più nella crescita del PIL (quasi un raddoppio per i tassi di crescita europei del 2003);
Nella categoria tendenze vanno annoverati:
- rafforzamento della crescita economica in tutti i paesi industrializzati (e soprattutto in Europa): la svolta è diventata evidente negli ultimi trimestri, buono il terzo in Europa, ottimo negli USA, con attese di progressivo miglioramento anche per i periodi successivi, è lecito attendersi una prosecuzione nel 2004;
- indebolimento del dollaro verso le altre valute: il processo, iniziato nel 2002 ma diventato evidente solo nel 2003, potrebbe continuare portando l'Euro verso quota 1,3 o addirittura 1,4; il principale effetto di ciò è che anche per il 2004 la "locomotiva americana" potrebbe essere meno trainante di un tempo; il dollaro debole trasferirà meno crescita verso gli altri paesi e danneggierà le aziende europee con ricavi in dollari;
La terza categoria (scommesse) è quella potenzialmente in grado di ospitare il maggior numero di indicazioni e quindi anche quella potenzialmente più incompleta*, in essa si trovano sia opportunità che minacce:
- nuovi orientamenti dell'Europa in tema di politica economica e deficit di bilancio: ciò che è emerso nel corso del 2003 (interpretazione elastica del Patto di Stabilità) potrebbe essere solo una prima avvisaglia di un abbandono della politica del rigore a favore di una politica dello sviluppo incentrata principalmente su nuove opere pubbliche a livello continentale ma anche su un più ampio utilizzo della leva fiscale nei singoli stati. Le ricadute sarebbero in una maggiore crescita dell'area Euro, in maggiori deficit di bilancio ma anche in una maggiore inflazione con conseguente rischio di aumento dei tassi di interesse;
- andamento dei mercati delle materie prime e del petrolio in particolare: i prezzi sono rimasti alti nonostante la fine della guerra in Medio Oriente, l'allentamento delle tensioni nell'area potrebbe determinare una riduzione del prezzo del petrolio con effetti benefici sulle industrie occidentali;
- problemi legati alla trasparenza dei bilanci societari in Europa: Enron sembrava un caso circoscritto alla contabilità e alle istituzioni americane, adesso Parmalat porta di prepotenza il problema anche in Europa. Quali saranno le implicazioni sul sistema bancario e sulle autorità di vigilanza? Quanti altri casi simili esistono nel vecchio continente? La trasparenza (o meglio certezza) dei bilanci societari sarà uno degli aspetti più critici per mantenere alta la fiducia degli investitori nei mercati e basso il premio per il rischio da essi richiesto;
- IPO di Google negli USA: il collocamento del motore di ricerca americano potrebbe generare una nuova corsa ai titoli Internet dopo un 2003 già generoso, con i rischi di una nuova "bolla" e favorire una rinascita del processo di nuovi collocamenti azionari, particolarmente povero nell'ultimo anno in Italia;
- rapida diffusione dei servizi UMTS: dopo tanti rinvii i tempi sono maturi, il 2004 dovrebbe essere l'anno dell'avvio dei servizi di terza generazione nei principali paesi europei, un loro successo potrebbe far ritornare in auge il settore delle telecomunicazioni;
Come si combineranno tra loro questi elementi? Quale di questi avrà maggior peso? Appuntamentotr a un anno su queste pagine.....
Auguri per un 2004 spumeggiante!
C.G.
* A tal proposito invitiamo i lettori a inviare le loro scommesse per il 2004 (che saremo lieti di aggiungere alla lista) scrivendo a: claudio.guerrini@evaluation.it