La ripresa economica in Europa si sta progressivamente rafforzando e la fiducia delle imprese è ai massimi dal 2007; in questo contesto di ritrovato ottimismo anche l’Italia sembra trarre i primi benefici tangibili: il passaggio da un tasso di crescita dello “zero virgola” a livelli più robusti è diventato realtà nel corso del primo semestre del 2017 e l’effetto della maggior crescita è evidente sia nei conti delle principali società che sull’andamento dei prezzi delle azioni.
Se osserviamo i risultati aggregati di ricavi, margini e utili delle 40 società del Ftse Mib è possibile notare sensibili miglioramenti rispetto alla situazione critica di un anno fa; il volume d’affari torna a crescere (con l’esclusione delle banche che risentono ancora della compressione del margine di interesse) mentre i margini e gli utili registrano balzi a due o addirittura tre cifre (nel caso delle banche). Analizzando i risultati aggregati delle 40 società quotate facenti parte del paniere Ftse Mib è possibile infatti riscontrare un forte incremento, a livello di risultato netto, sia per le banche, con risultati in crescita del 121,7% sullo stesso periodo del 2016, che per le società industriali/di servizi (+72,6%), solo le assicurazioni segnano il passo a -37,9% ma con il dato che è fortemente penalizzato dalle svalutazioni straordinarie di Unipol, al netto delle quali anche questo comparto avrebbe chiuso in positivo. Nel complesso le 40 società incluse nel paniere vedono gli utili semestrali passare da 13,2 a 23,7 miliardi di Euro (+79,2%) toccando il massimo degli ultimi 9 anni. Focalizzando l’attenzione sulle singole aziende sono Tenaris, St Microelectronics e Intesa Sanpaolo a mostrare i più elevati tassi di crescita degli utili mentre le peggiori performance sono quelle di Saipem ed Unipol, passate da un risultato positivo ad una perdita netta, Telecom Italia e A2A con flessioni nell’ordine del 40%. Da segnalare in positivo anche il ritorno all’utile di CNH Industrial, Eni e Ubi Banca.
I dati analitici evidenziano che solo una società su tre appartenenti al segmento delle assicurazioni mostra risultati netti in crescita sull’anno precedente, mentre i segni più sono preponderanti tra le banche (9 società su 10), e nella categoria industria-servizi (19 su 27).
Per avere un quadro più completo dell’andamento operativo delle aziende considerate è necessario però entrare dettaglio delle determinanti della redditività lorda ossia la crescita (dei ricavi) e i margini percentuali sulle vendite; il nostro modello di analisi, utilizzato fin dal 2003, prevede le seguenti dimensioni:
- crescita ricavi*: bassa (se inferiore al 5%) o alta (se superiore);
- variazione margini (sui ricavi)**: positiva o negativa;
dall’incrocio delle diverse opzioni si originano quattro diverse categorie di aziende che abbiamo a suo tempo identificato con termini inglesi: stars, cost cutters, growth driven e black holes (si vedano in proposito la matrice sottostante ed il file allegato).
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Crescita ricavi
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Bassa
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Alta
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Variazione
Margini
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Positiva
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Cost Cutters (11)
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Stars (18)
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Negativa
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Black Holes (8)
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Growth Driven (3)
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Dalla distribuzione dei dati relativi al primo semestre 2017 nei quattro quadranti e tra le differenti macrocategorie di aziende è possibile notare che:
- dopo un 2016 particolarmente critico, che aveva fatto registrare una prevalenza di aziende nella categoria black holes ed oltre l’80% delle società nei riquadri a bassa crescita, si ritorna ad una situazione più rosea, con la tipologia star che torna ad essere la più diffusa (anche se non costituisce ancora la maggioranza assoluta) ed una lieve prevalenza di aziende ad “alta crescita” (21 su 40);
- le aziende black holes costituiscono ancora una quota rilevante all’interno delle assicurazioni (1 su 3) e delle banche (dove rappresentano il 20% del totale) mentre tra le società industriali e di servizi sono limitate al 18,5% dei casi. Al contrario le stars sono nettamente prevalenti tra le società industriali (48%);
- mentre le macrocategorie industria/servizi e assicurazioni mostrano una crescita dei ricavi aggregati (rispettivamente +6,4% per le prime e +3,7% per le seconde) le banche vedono ancora una sofferenza a livello di volume d’affari con una flessione aggregata del 4,2%: all’interno del settore va rilevata però la netta separazione tra le società che operano nel risparmio gestito o nell’investment banking, che mostrano ricavi in netta crescita, e le banche tradizionali che vedono una flessione del margine di intermediazione;
I risultati confermano, come detto, l’accelerazione della ripresa economica, che ha interessato sia il nostro Paese che l’Unione Europea in generale, un contributo positivo ai conti delle società è poi venuto dall’effetto cambio (ancora favorevole nel primo trimestre) e dalla ripresa dei prezzi degli idrocarburi (effetto destinato però progressivamente ad esaurirsi), la buona intonazione dei mercati finanziari ha infine sostenuto i ricavi delle società bancarie e assicurative.
Passando alle performance azionarie, anche per il 2017 sono stati calcolati i risultati di stars, growth driven, cost cutters e black holes nei primi 9 mesi dell’anno in relazione all’andamento della crescita del volume d’affari e dei margini sulle vendite. Le performance medie delle quattro categorie vedono i seguenti risultati a livello di TRS**** per il periodo Gennaio - Settembre:
- stars +29,86%
- cost cutters +17,23%
- growth driven +21,13%
- black holes +10,69%
Come sperimentato anche in passato è possibile verificare un progressivo abbassamento dei risultati medi nel passaggio da stars a black holes; contrariamente ad altri anni si riscontra un maggiore rendimento dei growth driven rispetto ai cost cutters che può essere dovuto al basso numero di società del primo gruppo.
Concludendo sono evidenti i positivi effetti della ritrovata crescita sui risultati aziendali anche se non tutte le aziende beneficiano ancora della ripresa, saranno i prossimi mesi a dirci se la ripresa si rafforzerà ulteriormente permettendoci di archiviare definitivamente un periodo di crisi che dura ormai da troppo tempo.
C.G.
Note:
* Per quanto riguarda le aziende finanziarie si prendono in considerazione il margine di intermediazione per le banche e i ricavi netti (premi emessi + commissioni nette + utili da investimenti) per le compagnie di assicurazione
** Nel caso delle aziende del settore finanziario: risultato di gestione / margine di intermediazione (banche) e risultato prima delle imposte / totale ricavi (assicurazioni)
*** TRS (Total Return to Shareholders): performance azionaria + dividendi (non reinvestiti)
» Download: Semestrali 2017 (file .xlsx)