La diminuzione dei prezzi degli idrocarburi impatta sui conti di Eni che resta però positiva sull'evoluzione dello scenario e rivede al rialzo la guidance per l'intero esercizio. I ricavi del periodo gennaio-settembre ammontano a 69,1 miliardi di Euro (-32%) mentre l'utile operativo passa da 17933 a 7401 milioni (11036 milioni nella versione adjusted con un -34% sullo stesso periodo dell'anno precedente); il risultato netto adjusted passa da 10808 a 6660 milioni (4598 milioni il risultato netto di competenza dai 13260 milioni dello stesso periodo del 2022). Nel terzo trimestre i ricavi sono stati pari a 22,3 miliardi (-40% sullo stesso periodo del 2022), il risultato operativo è passato da 6611 a 3126 milioni e l'utile netto è stato di 1916 milioni (dai 5862 milioni del terzo trimestre 2022). Dal punto di vista patrimoniale, l'indebitamento finanziario netto è salito a 13578 milioni di euro dagli 11977 milioni di fine 2022.
Nei primi nove mesi dell'anno la produzione di idrocarburi della società è stata di 1,64 milioni di barili equivalenti al giorno (+2% sull'anno precedente) mentre i prezzi medi del greggio sono risultati in calo del 22%.
Per l'intero esercizio la società prevede di realizzare un Ebit adjusted di circa 14 miliardi (in rialzo dai precedenti 12), un flusso di cassa di circa 16,5 miliardi ed investimenti per circa 9 miliardi (-6% rispetto alle attese).
Sulla base di questi dati abbiamo ridotto al -27% punti il tasso di crescita dei ricavi atteso nel 2023 e rivisto al rialzo di un punto la stima dell'EBITDA margin (+0,5 punti nel lungo periodo). Per il 2023 prevediamo ricavi a 97,4 miliardi di Euro, un Mol di 21,6 miliardi ed un risultato operativo di 12,9 miliardi; l'utile dovrebbe toccare quota 6,8 milardi (6,3 miliardi nel 2024).