La guerra in Libia ha determinato una forte riduzione della produzione di idrocarburi di Eni nel paese africano ed impedito alla società di beneficiare pienamente del rialzo dei prezzi del petrolio, l'effetto è stato più evidente nel II trimestre in cui è venuta a mancare oltre il 15% della produzione complessiva. Nel dettaglio i ricavi semestrali sono passati da 47,7 a 53,4 miliardi di Euro (+11,9%) mentre l'utile operativo è salito del 3,2% a 9,4 miliardi (+7,6% a 9,1 miliardi nella versione adjusted); l'utile netto adjusted è cresciuto invece del 4,2% a 3,6 miliardi; più deboli i risultati del II trimestre coi ricavi a +7,4%, il risultato operativo adjusted in calo del 3% e l'utile netto adjusted in flessione del 13,9%. Stabile infine l'indebitamento finanziario netto a quota 26 miliardi.
Per l'esercizio in corso Eni prevede un prezzo del petrolio medio di 115 dollari al barile ed una produzione di idrocarburi in calo del 10% rispetto ai livelli del 2010, in presenza di investimenti tecnici in linea con quelli dell'anno precedente.
Sulla base dei dati comunicati abbiamo rivisto la nostra previsione su Eni portando la crescita attesa dei ricavi nel 2011 dal 15% al 6% (ma alzandola dall'1% al 3% medio nel triennio successivo) e riducendo la stima relativa all'EBITDA margin di 2,5 punti al 24,5% (-1,5 punti al 25,5% nel lungo periodo). Per l'anno in corso prevediamo ricavi a 105,5 miliardi di Euro, un Mol a 25,8 miliardi ed un risultato operativo a 14,8 miliardi; l'utile dovrebbe ridursi a 6,1 miliardi (per risalire a 6,6 miliardi nel 2012).