Si è completato di recente il quadro dei bilanci 2007 delle società quotate e da una prima analisi dei conti economici quello appena chiuso si conferma, a dispetto del deludente andamento dei listini, l'ennesimo anno in miglioramento per i risultati delle società. Se ci focalizziamo sulle società del paniere principale (S&P/Mib) è possibile notare un aggregato di utili* pari a 53 miliardi di Euro contro i 45,2 del 2006 con un incremento di oltre il 17%. Disaggregando i dati nelle tre macrocategorie (industria-servizi, banche e assicurazioni) è possibile poi notare che, a fronte di una crescita degli utili del 12% per il settore assicurativo, le società industriali abbiano mostrato un incremento del 14,4% e, un po' a sorpresa, siano le banche a risultare la categoria migliore con +23%.
Guardando alle singole società si può notare un rapporto di 2 a 1 a favore dei segni più: sono 27 i casi di utili in crescita rispetto all'esercizio precedente (20 società industriali, 4 istituti di credito e 3 compagnie assicurative) e 13 quelli di risultati in peggioramento (8 tra le società industriali, 3 nella categoria banche e 2 tra le assicurazioni). La società con la crescita più eclatante degli utili risulta Pirelli (passata da un risultato negativo per circa 1 miliardo ad uno positivo di 300 milioni di Euro) mentre la più deludente ST Microelectronics (con un percorso speculare da +600 a -300 milioni). Ma proprio osservando questi casi estremi balzano all'occhio alcune componenti non ricorrenti, comuni anche ad altri casi su cui sono opportuni alcuni approfondimenti.
I componenti straordinari
Cosa ha determinato l'exploit di Pirelli e la debacle di ST Microelectronics? In gran parte i componenti straordinari: svalutazioni per 1,2 miliardi per la prima nell'anno 2006 che sono diventate plusvalenze per oltre 200 milioni nel 2007, oneri di ristrutturazione balzati da pochi milioni a quasi un miliardo per la società produttrice di chip. In assenza di questi valori entrambe le società avrebbero avuto performance simili (il risultato operativo si è infatti ridotto del 8,5% per Pirelli e del 7,5% per ST).
Ma i componenti straordinari hanno influenzato molti altri bilanci a cominciare da quelli delle banche: nel corso del 2007 gli istituti di credito hanno contabilizzato plusvalenze non ricorrenti per oltre 6 miliardi di Euro contro gli 871 milioni dell'anno precedente: su tutti spicca Intesa Sanpaolo con oltre 4 miliardi di profitti non ricorrenti derivanti dalla cessione di Cariparma e Friuladria a Credit Agricole; ma anche Banco Popolare, MPS e Ubi Banca hanno contabilizzato consistenti plusvalenze. Complessivamente questi elementi sono determinanti per la performance positiva registrata dal settore: focalizzando l'attenzione al solo risultato di gestione ci si fermerebbe a -4,8%.
Altri casi di bilanci influenzati da componenti straordinari possono essere ritrovati nel settore industriale con Parmalat (con oltre 500 milioni derivanti in gran parte dalla chiusura del contenzioso con alcune banche) e Finmeccanica (per la quale sono venuti a mancare oltre 600 milioni derivanti dal collocamento di Ansaldo STS), i componenti straordinari non sono comunque l'unico elemento di discontinuità con l'anno precedente.
Le nuove aliquote fiscali
La legge finanziaria 2008 ha introdotto, dall'attuale esercizio fiscale, una riduzione dell'IRES (passata dal 33% al 27,5%) e dell'IRAP (dal 4,25% al 3,9%) ma gli effetti si vedono già nei bilanci 2007: le società che avevano accantonato fondi per imposte differite (legati ad esempio ad ammortamenti anticipati e calcolati sulla base delle vecchie aliquote) li hanno prontamente adeguati per tenere conto del più leggero carico fiscale con benefici a volte anche molto rilevanti: nel caso di Snam Rete Gas, ad esempio, è possibile leggere, nelle note del bilancio, come "l'Utilizzo del fondo imposte differite esuberante" abbia permesso una riduzione del carico fiscale di 96 milioni di Euro contribuendo a ridurre di quasi un terzo il carico fiscale complessivo della società. Questo vantaggio è chiaramente non ripetibile e tenderà a rientrare già dal 2008, nel quale saranno sì in vigore le nuove aliquote più contenute ma non ci sarà più nessun beneficio a livello di imposte differite.
Casi analoghi si registrano per altre società concentrate in gran parte nella categoria industria-servizi; è possibile fare una stima di quanto abbiano inciso queste modifiche puramente contabili stimando un tax rate aggregato delle 3 macro categorie (si veda in proposito la tabella 1).
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Tax rate 2007 |
Tax rate 2006 |
Variazione |
Industria-servizi |
39,24% |
44,06% |
-4,82% |
Banche |
26,44% |
29,55% |
-3,11% |
Assicurazioni |
27,71% |
28,63% |
-0,91% |
Tabella 1: livello del tax rate nelle 3 macro categorie
Come è possibile notare i maggiori benefici sono appannaggio della categoria industria-servizi, a seguire banche e assicurazioni ma il tax rate è anche influenzato dalla tipologia di utili: nel caso delle già citate plusvalenze vengono di solito applicate aliquote ridotte (non a caso Intesa Sanpaolo che, come abbiamo visto, ha contabilizzato consistenti plusvalenze nel 2007, ha visto anche il proprio tax rate passare dal 32% a poco più del 17%), tenuto conto di ciò è possibile quindi ipotizzare che i benefici siano stati concentrati soprattutto nelle società industriali e di servizi, che hanno potuto sfruttare maggiormente la possibilità degli ammortamenti anticipati.
Ma è possibile arrivare ad una misura della performance aziendale che sia neutra rispetto ad entrambe le componenti descritte? Abbiamo realizzato una misura del reddito (utile prima di imposte e componenti straordinari che, utilizzando un termine inglese, si può abbreviare in EBXT ? Earnings Before eXtraordinary items and Taxes) che dovrebbe ben rappresentare la performance aziendale almeno come trend; i risultati a livello aggregato (variazione percentuale rispetto all'anno precedente) sono rappresentati in tabella 2 (con accanto, a titolo di raffronto, la corrispondente variazione dell'utile di esercizio), per il dettaglio delle singole società si rinvia al file allegato.
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Var. % Utile Es. |
Var. % EBXT |
Industria-servizi |
14,43% |
3,49% |
Banche |
23,02% |
-6,73% |
Assicurazioni |
12,00% |
10,61% |
Tabella 2: andamento di utili di esercizio e utili prima di imposte e componenti straordinari nelle 3 macro categorie
Eliminando tasse e componenti straordinari il quadro diventa più chiaro: le banche passano da un risultato di eccellenza ad una variazione negativa (confermando i problemi derivanti dalla crisi dei mercati finanziari), si ridimensiona di molto il risultato di società industriali e di servizi mentre è sostanzialmente confermato quello delle assicurazioni. A livello di singole società è possibile rilevare come (escludendo dall'analisi Fastweb, passata da un dato negativo nel 2006 ad uno positivo nel 2007) siano Lottomatica, Prysmian e Parmalat le aziende con le migliori performance sull'anno precedente mentre in fondo alla lista si posizionino Banco Popolare, Impregilo e Ubi Banca. Si scopre inoltre che la categoria assicurazioni è sostenuta da brillanti risultati di Generali mentre le restanti società facciano registrare performance piuttosto deludenti infine il deterioramento delle performance è comune a quasi tutte le aziende bancarie.
C.G.
* l'utile considerato è quello di esercizio che, nel caso di gruppi costituiti da più aziende, include anche la quota di terzi, il valore esposto può presentare alcune duplicazioni in quanto in taluni casi si sommano i risultati di controllante e controllata (es. gruppo Generali che comprende Alleanza, gruppo Eni che include Snam Rete Gas e Saipem)
» Download: EBXT società S&P/Mib (file .pdf)