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Per una corretta stima della redditività operativa è necessario comprendere i fattori che contribuiscono a determinarla; il ROI, definito come il rapporto tra risultato operativo e capitale investito, può infatti essere scomposto nelle sue componenti elementari.


Esprimendo il Risultato Operativo come differenza tra Mol e Ammortamenti si ottiene:



queste voci possono essere tutte moltiplicate e divise per il fatturato in modo di ottenere alcuni misure specifiche dell'efficienza/efficacia gestionale:



semplificando



Il ROI può quindi essere visto come differenza tra il prodotto del margine sulle vendite per il tasso di rotazione del capitale investito e l'aliquota ammortamento (incidenza degli ammortamenti sul capitale investito).
Per quanto riguarda il margine sulle vendite, la cui variabilità determina solitamente il livello di variabilità del ROI, si rinvia al precedente articolo; trattiamo qui brevemente degli altri due parametri:
- il tasso di rotazione del capitale investito dipende dalle caratteristiche strutturali dell'impresa che si sta valutando: è maggiore per le imprese industriali e della vendita al dettaglio mentre risulta inferiore nelle utilities. Per una corretta stima di questo parametro occorre considerarne innanzitutto l'andamento storico: se questo è stato crescente significa che l'impresa è stata in grado di migliorare l'efficienza dei propri impianti e/o la gestione del capitale circolante, producendo un maggior quantitativo di beni/servizi a parità di capitale impiegato, con possibili implicazioni positive anche per i periodi futuri. Tuttavia vanno considerate anche altre variabili quali il ciclo economico: in genere in periodi di crescita economica tende ad aumentare il tasso di utilizzo degli impianti e quindi il tasso di rotazione del capitale; inoltre alcune delle componenti del capitale fisso non producono ricavi (es. le immobilizzazioni finanziarie) occorre quindi tenere conto del mix di capitale fisso e di come questo varia nel tempo;
- l'aliquota media di ammortamento dovrebbe rispecchiare il mix di capitale utilizzato da ogni impresa e le aliquote di ammortamento applicate alle singole voci di questo (fabbricati, macchinario, brevetti ecc.), ponderate in base ai pesi delle varie tipologie di cespiti. Le maggiori variazioni di questo parametro si registrano quindi in presenza di variazioni della composizione dei beni iscritti all'attivo o in corrispondenza del cambiamento dei principi contabili (si veda ad esempio l'introduzione degli IAS che non prevedono l'ammortamento dell'avviamento).

A differenza di altri indicatori, che possono essere specifici della realtà delle singole imprese, il ROI è un tasso del rendimento del capitale e può essere utilizzato sia per confronti tra imprese che per valutare la convenienza dell'eventuale impiego delle risorse investite in progetti alternativi.
Essendo riassunti nel ROI gli effetti delle previsioni effettuate a livello di componenti elementari, è bene verificare come queste stime influenzino il risultato finale; particolarmente interessanti risultano i legami tra il ROI e la sua componente a maggiore variabilità ossia il margine sulle vendite (Tabella 1).



Tabella 1: ROI e Margini sul Fatturato

In questa tabella i casi più a rischio di incoerenza interna sono il 2 e il 3, nei quali c'è una divergenza tra i due parametri principali nella determinazione della redditività d'impresa: nel caso di variazioni contenute di questi parametri, i risultati possono essere accettabili e, a volte, fedeli rappresentazioni della realtà ma è bene ricordare che queste tendenze non sono sostenibili su lunghi periodi di tempo (si veda in proposito il caso seguente).


Caso 1: le determinanti del ROI

Nel periodo 1998-2005 Mondadori ha realizzato un consistente incremento della redditività del capitale investito (ROI) che è passata dal 19% al 32%. Al risultato hanno contribuito tutti i fattori determinanti la redditività operativa: il margine sul fatturato, passato dal 12,15% al 13,49%, il tasso di rotazione del capitale investito, salito da 2,63 a 2,87, e l'aliquota di ammortamento, scesa dal 12,98% al 6,27%. Esaminando l'andamento nei singoli anni è possibile notare come l'andamento del ROI abbia in genere seguito quello del tasso di rotazione del capitale investito; l'unica eccezione si registra nell'anno 2004, in cui si è potuto notare un andamento opposto di tasso di rotazione del capitale investito e ROI (che è riuscito ad aumentare in presenza di una riduzione del tasso di rotazione del capitale investito grazie alla forte riduzione dell'aliquota di ammortamento da 10,57% a 7%, in seguito all'introduzione dei nuovi principi contabili internazionali).