IAS ovvero International Accounting Standards: la normativa comunitaria stabilisce che per ogni esercizio finanziario avente inizio il 1 gennaio 2005, o in data successiva, le società europee quotate nei mercati regolamentati devono redigere i loro bilanci consolidati conformemente ai principi contabili internazionali IAS/IFRS emanati dall'International Accounting Standard Board ed omologati in sede comunitaria.
Sono molte le società che hanno comunicato di aver avviato progetti interni di transizione ai nuovi standard, con l'obiettivo rilasciare, fin dalle prime relazioni intermedie del 2005 (trimestrale o semestrale), dati di bilancio secondo la nuova normativa; alcune hanno anche fornito schemi per l'interpretazione di come gli IAS avrebbero influenzato il bilancio 2004 in caso di applicazione retroattiva. In generale tutte le società quotate stanno affrontando il problema che si presenterà in maniera più tangibile quando si tratterà di comparare i bilanci 2004 redatti secondo i vecchi principi contabili con quelli dell'esercizio in corso.
La tematica è interessante anche ai fini della valutazione dal momento che i dati di bilancio sono alla base di tutte le analisi di tipo fondamentale e l'adozione di nuovi principi contabili potrebbe influenzare i risultati finali a parità di altre condizioni. Non si tratta tanto di capire chi ci guadagna e chi ci perde con i nuovi principi contabili oppure di ottenere informazioni utili per guadagnare investendo nei titoli delle società che trarranno beneficio dall'adozione degli IAS/IFRS: queste informazioni sono probabilmente già contenute nei prezzi. Piuttosto è utile indagare su come cambiano i criteri di classificazione dei dati che le società forniscono per meglio poter effettuare le proprie valutazioni prospettiche.
Volendo fornire risposte esaurienti occorrerebbe esaminare nel dettaglio tutti e 41 gli IAS: dal numero 1 (Presentazione del bilancio d'esercizio) al numero 41 (Contabilizzazione attività agricole) ma non è questo lo scopo di questa trattazione; ci sembra invece più utile focalizzarci sulle casistiche che presentano i maggiori effetti sui risultati di bilancio:
- fair value: gli IAS introducono una metodologia di valutazione dei beni iscritti in bilancio che si ispira al cosiddetto valore equo, o fair value. Tale metodologia sostituirà quella tradizionale del costo storico nella valorizzazione di alcune voci di bilancio (attività e passività finanziarie e asset derivanti da aggregazioni o acquisizioni di imprese) mentre sarà facoltativa per le immobilizzazioni materiali o immateriali. Questi nuovi orientamenti dovrebbero facilitare l'emersione nei bilanci (soprattutto di società operanti nel settore finanziario come banche e assicurazioni ma anche di holding di cui è ricco il listino italiano) di plusvalenze e/o minusvalenze accumulate nel tempo: negli ultimi anni sono stati fin troppi gli esempi di partecipazioni non di controllo che, per evitare di essere fortemente svalutate a seguito del loro deprezzamento, erano state trasformate da semplici attività finanziarie in immobilizzazioni finanziarie valutate al costo. Queste novità non dovrebbero influenzare più di tanto valutazioni basate sui flussi di cassa e/o il valore creato ma in prospettiva si potrebbero avere risultati netti più variabili e dipendenti dall'andamento dei mercati finanziari (visto che da ora in poi le variazioni annuali del valore dei beni iscritti al fair value entreranno nel conto economico);
- attività immateriali (goodwill): come richiesto dallo IAS 38, i valori dei marchi aventi vita utile indefinita e delle differenze di consolidamento non saranno più ammortizzati. Su base almeno annuale verranno effettuati dei test di impairment, come richiesto dallo IAS 36 (Riduzione durevole di valore delle attività) ai fini dell'identificazione di un'eventuale perdita di valore delle attività stesse. La questione interessa soprattutto le società che hanno effettuato acquisizioni e/ o operazioni di finanza straordinaria con generazione di cospicui valori di avviamento nell'attivo di bilancio (esempi possono essere riscontrati nei bilanci di Autogrill, Autostrade, Seat, Telecom Italia). Attualmente l'inserimento dell'ammortamento del goodwill in bilancio genera almeno tre effetti indesiderati: abbassamento della redditività del capitale investito, necessità di adeguare il tasso di rotazione delle vendite nel tempo (per tenere conto del progressivo abbattimento del goodwill nell'attivo), innalzamento 'apparente' del tax rate (in quanto l'ammortamento goodwill non è fiscalmente deducibile). Gli IAS dovrebbero risolvere questi problemi spostandoli però in parte sulle società: fondamentale diventerà infatti con la nuova normativa l'effettuazione dei test per stabilire il mantenimento nel tempo del valore dei beni immateriali (in teoria dovrebbero essere applicati metodi di valutazione finanziaria quali il DCF); su questo sarà necessaria la massima trasparenza da degli investor relator nella comunicazione dei metodi adottati;
- leasing: lo IAS 17 stabilisce che il leasing finanziario è, da un punto di vista sostanziale, una forma di finanziamento garantito dal mantenimento in capo al concedente della proprietà del bene. All'atto della stipulazione del contratto, il locatario dovrebbe quindi iscrivere il bene tra le proprie immobilizzazioni materiali con correlativa iscrizione al passivo di un debito verso il concedente di pari importo, registrando successivamente a conto economico la quota di ammortamento del bene stesso e gli oneri finanziari derivanti dall'operazione. Attualmente il leasing finanziario può invece essere contabilizzato in bilancio come un normale contratto di locazione, con indicazione dei canoni in conto economico e assenza di tracce dell'operazione nello stato patrimoniale. Le modifiche introdotte dai principi contabili internazionali dovrebbero fare chiarezza sulle distorsioni indotte dai leasing sui bilanci e soprattutto rendere più evidente l'effettiva posizione finanziaria netta che poteva essere abbassata artificialmente per mezzo di operazioni di 'sale and lease back' (vendita e contemporanea acquisizione in leasing dei beni con il solo scopo di abbassare l'indebitamento netto);
- stock options: il nuovo principio IFRS 2 stabilisce che, nel caso in cui l'azienda utilizzi piani di stock options a favore dei propri dipendenti, debba essere riconosciuto a conto economico un costo che rifletta il valore del servizio ricevuto. Tale valore è assimilato a quello dell'opzione concessa al dipendente, calcolato al momento stesso in cui è stata deliberata l'operazione, e viene ripartito in modo uniforme su tutta la durata del piano. I casi di aziende che hanno deliberato piani di stock options per i dipendenti stanno diventando frequenti anche in Italia quindi, sebbene l'influenza sul bilancio sia in molti casi limitata rispetto agli analoghi casi di aziende americane, sembra corretto considerare questi aspetti;
- strumenti finanziari derivati: nel caso in cui gli strumenti derivati siano designati come strumenti di copertura, la contabilizzazione di queste operazioni comporta una rilevazione simmetrica degli effetti sull'utile o sulla perdita netta derivante dai cambiamenti di fair value dello strumento di copertura e del relativo strumento coperto. Queste novità dovrebbero rendere più evidenti gli effetti di strumenti derivati sui risultati di bilancio, aiutando nella prevenzione di casi come quello Parmalat nel quale la prosecuzione di operazioni di finanziamento sui mercati in presenza di una situazione finanziaria insostenibile è stata possibile anche grazie ad un pesante utilizzo di strumenti derivati non ben esplicitati in bilancio.
In generale è quindi possibile affermare che gli IAS avvicineranno i bilanci alle informazioni ideali richieste ai fini della valutazione secondo l'analisi fondamentale, facendo propri alcuni principi dell'anal is i finanziaria: fair value, prevalenza della sostanza sulla forma, valutazione dei beni immateriali secondo i flussi di cassa che questi riescono a generare.
Purtroppo non sono solo rose e fiori: accanto a IAS c'è anche il termine IFRS che sta per International Financial Reporting Standards ossia le nuove norme in materia di presentazione/riclassificazione dei dati ai fini di reportistica con gli investitori. Su questo fronte la norma che solleva le maggiori perplessità è quella relativa alla riclassificazione di oneri e proventi straordinari: non è infatti più prevista questa categoria, mentre le relative voci dovranno essere inserite al di sopra del risultato operativo: a titolo di esempio, nel caso di applicazione al bilancio 2004 degli IFRS, Telecom Italia avrebbe dovuto inserire la multa dell'Antitrust tra i costi operativi e le svalutazioni sulle partecipate tra gli accantonamenti per un totale superiore al miliardo di Euro*. I nuovi criteri di riclassificazione dei componenti straordinari renderanno più difficile la lettura delle performance operative che, risentendo dei componenti straordinari saranno anche più variabili nel tempo.
Per concludere se da un lato gli IAS contribuiranno ad aumentare la veridicità delle voci di bilancio e faciliteranno le valutazioni basate sui nuovi bilanci le riclassificazioni introdotte dagli IFRS potrebbero complicare non poco la vita di chi cerca di valutare un'azienda basandosi sui risultati operativi.
C.G.
* Fonte: Telecom Italia: IAS/IFRS Conference Call